© Lonely Planet Publications
Repubblica Ceca
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A più di vent’anni dalla Rivoluzione di Velluto e dalla caduta del comunismo, la popolarità di Praga (Praha in ceco) come una delle principali destinazioni turistiche d’Europa non dà segni di cedimento. E, nonostante non sia più conveniente quanto in passato, la capitale rimane affascinante come sempre grazie al suo patrimonio storico e alle sue meraviglie architettoniche. Durante le vostre prime ore a Praga potreste sentirvi come sopraffatti dalla confusione e pensare che la città non sia poi nulla di speciale. Non fateci caso. A volte il fascino di Praga può essere oscurato dai troppi turisti, dal traffico congestionato e dalla corsa al profitto indiscriminato. Ma provate a rilassarvi, tirate un profondo respiro – o bevete una sorsata della famosa birra cittadina – e proponetevi di rallentare il ritmo e di indugiare sui particolari. Il centro città è un insieme di bellezze architettoniche che vanno dallo stile gotico, rinascimentale e barocco a quello neoclassico, art nouveau e cubista, ma oltre i vicoli medievali della città vecchia e del quartiere del Castello c’è un’intera città cosmopolita da scoprire. Esplorate i parchi lungo il fiume, i vivaci bar all’aperto, i locali, i musei e le gallerie d’arte. Sfruttate l’eccellente sistema di trasporti della città per esplorare i quartieri emergenti come Žižkov, Vinohrady, Smíchov e Holešovice. Avrete la garanzia di trovare prezzi più bassi, un ambiente più autentico e di vedere cancellato qualsiasi dubbio sul fascino di Praga. Probabilmente vi verrà perfino voglia di fermarvi più a lungo!
Da non perdere n Una passeggiata al mattino presto sul
Ponte Carlo (p87), ancora senza turisti, seguita dalla salita al Castello di Praga (p76) n Il Palazzo Veletržní (p99) e il Centro
di Arte Contemporanea DOX (p98) per scoprire il volto moderno di Praga n Un tranquillo picnic sui bastioni della
storica fortezza di Vyšehrad (p100) n Un bizzarro itinerario personalizzato sulle
orme delle installazioni di David Černý (p103) n La birreria all’aperto di Letná (p118),
per una birra accompagnata da una vista incantevole sulla Città Vecchia
n PopOlaZionE: 1.184.000
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Praga
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STORIA
Per i turisti attraversare il Ponte Carlo è probabilmente il momento topico di una visita a Praga, e non si può dire che si tratti di un vezzo o di un arbitrio: l’esistenza della città è infatti strettamente legata alla presenza del fiume e alla necessità di oltrepassarlo. Praga infatti si è sviluppata intorno a un punto particolarmente basso della Moldava (Vltava), un guado che permetteva il passaggio di uomini e animali e che si trovava dove ora sorge il Ponte Carlo. Protetto da colline fortificate sulle due sponde (gli attuali Castello di Praga e Vyšehrad), l’insediamento divenne un vivace centro commerciale e in seguito fu la sede della corte reale. La città assunse un ruolo importante nel XIV secolo, quando il re di Boemia Carlo (Karel) IV divenne imperatore del Sacro Romano Impero. Carlo, considerato ancora oggi il padre della nazione ceca, fece della città la capitale dell’impero e patrocinò una serie di attività edilizie che portarono alla realizzazione dell’Università Carlo, del Ponte Carlo e della Cattedrale di San Vito. L’aggiunta di Nové Město (Città Nuova) alla capitale, all’epoca rinnovata da poco in stile gotico, rese Praga una delle città più grandi d’Europa. Nel secolo successivo Praga fu travagliata da conflitti religiosi che avrebbero portato la guerra in tutta Europa. Infiammata dai sermoni del proto-riformatore protestante Jan Hus, che fu bruciato sul rogo nel 1415, la popolazione si ribellò contro l’élite cattolica e nel 1419 i nobili scaraventarono giù da una finestra del Municipio Nuovo diversi consiglieri cattolici (p97), in quella che divenne nota come prima Defenestrazione di Praga. Un anno più tardi, i soldati hussiti guidati dal generale Jan Žižka difesero con successo la città contro un’armata cattolica nella battaglia della Collina di Vítkov, l’attuale Žižkov (p103). Nel 1526, il regno di Boemia entrò a far parte dei domini della dinastia cattolica degli Asburgo e in seguito Praga divenne la capitale dell’impero; sotto Rodolfo II la città accrebbe la propria importanza come punto di riferimento per le arti e le scienze in Europa. Nel 1618, però, ricominciarono i conflitti religiosi: alcuni rappresentanti della nobiltà protestante gettarono dalle finestre del Castello di Praga (Vecchio Palazzo Reale; p79) due legati imperiali e uno scrivano, che
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se la cavarono miracolosamente senza gravi conseguenze: la seconda Defenestrazione di Praga innescò la Guerra dei Trent’Anni, che avrebbe sconvolto l’Europa. I protestanti boemi ebbero la peggio: vennero infatti sconfitti dalle forze cattoliche, nel 1620, nella Battaglia di Bílá Hora (Montagna Bianca), poco a ovest della città. Gli imperiali dovettero a loro volta soccombere sotto i colpi dei francesi e degli svedesi, che nel 1648 occuparono Hradčany e Malá Strana. Gli Asburgo, constatata l’impossibilità di realizzare i loro sogni di supremazia europea, riportarono la capitale dell’impero a Vienna e Praga venne ridotta al rango di città di provincia. Nel 1689, in seguito a un terribile incendio, l’architettura della città fu oggetto di un imponente rimaneggiamento in stile barocco, a simboleggiare il potere e la ricchezza della Chiesa cattolica; nel 1784 i quattro borghi di Praga – Staré Město (Città Vecchia), Nové Město (Città Nuova), Malá Strana (Città Piccola) e Hradčany (Distretto dei Castelli) – vennero ufficialmente accorpati in un’unica città. Mentre proseguiva la lotta dei cechi per vedere riconosciuta la propria indipendenza, nel XIX secolo Praga divenne il centro del ‘Revival Nazionale Ceco’. Il movimento mosse i primi passi non tanto in campo politico (l’attivismo era stato proibito dalle autorità asburgiche), quanto nel giornalismo, nella letteratura e nel teatro in lingua ceca. Prese forma anche un’architettura caratteristica; tra gli edifici più famosi dell’epoca ci sono il Teatro Nazionale (p97) e il Museo Nazionale (p95). Alla fine della prima guerra mondiale venne costituita la Cecoslovacchia, che proclamò la propria indipendenza il 28 ottobre 1918. Praga divenne capitale del nuovo stato, alla presidenza del quale fu posto il popolare scrittore e filosofo politico Tomáš Garrigue Masaryk. Pochi giorni dopo l’annuncio dell’indipendenza, il nuovo governo del paese fu costretto a chiedere ai cittadini praghesi di interrompere le celebrazioni e di riprendere con il massimo zelo le attività produttive per evitare il crollo del fragilissimo sistema economico nazionale. Tempi durissimi attendevano la Cecoslovacchia e i suoi abitanti. Il 15 marzo 1939 la Germania nazista occupò la Boemia e la Moravia, trasformandole in un protettorato del Reich. La città non
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del paese (durante la dittatura comunista la ricorrenza veniva invece celebrata il giorno 9, in corrispondenza con l’arrivo dell’Armata Rossa). Dopo il colpo di stato comunista del febbraio 1948 (v. p22), proclamato dal balcone del Palazzo Kinský (p89), le politiche economiche e sociali adottate dai nuovi governanti ebbero l’effetto di condurre il paese sull’orlo della bancarotta e di avviare Praga a un lento declino. Molte persone vennero incarcerate, centinaia furono le condanne a morte e addirittura migliaia i cittadini costretti a concludere la propria esistenza nei campi di lavoro, spesso colpevoli solo di credere nella democrazia. Nel 1968, sotto la guida di Alexander Dubček, il partito introdusse alcune riforme che riducevano il potere della censura e rinforzavano le garanzie democratiche; ne risultò una fioritura delle attività artistiche e intellettuali conosciuta come Primavera di Praga. L’Unione Sovietica, contraria al
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Due giorni Attraversate il Ponte Carlo (p87) di buon mattino e dirigetevi al Castello di Praga (p76) prima della consueta invasione della folla. Prendete un tram per tornare alla stazione della metropolitana di Florenc, godetevi la cucina tradizionale ceca al Pivovarský klub (p118) e visitate poi il vicino Museo della Città di Praga (p94). Assistete a un concerto di musica classica nella Chiesa di San Nicola (p84) a Malá Strana, quindi cenate nell’intimo U malé velryby (p112). Iniziate la vostra seconda giornata con la visita della Casa Civica (p91), poi andate a Josefov e dedicatvi al Museo Ebraico di Praga (p92). Cenate all’Angel (p113) e camminate senza fretta tra le vie tortuose fino a raggiungere Piazza della Città Vecchia (Staroměstské nám; p87) a Staré Město, dove potrete bere il bicchiere della staffa al Čili Bar (p118), un locale all’ultima moda.
Quattro giorni Seguite l’itinerario di due giorni, poi trascorrete una giornata tranquilla con picnic a Vyšehrad (p99). Scendete al fiume e noleggiate un pedalò (p104) per ammirare il tramonto, poi concedetevi una cena a base di cucina ceca moderna a La Degustation (p114). Il quarto giorno dedicate la mattina al Museo di Arti Decorative (p93) e alla mostra di arte medievale ceca e boema del Convento di Sant’Agnese (p94). Dopo pranzo documentatevi sulla storia più recente al Museo del Comunismo (p95), poi prendete un tram per Vinohrady e cenate al Pastička (p116), un locale molto amato dalla gente del posto.
Una settimana Spalmate l’itinerario di quattro giorni su cinque giorni e prendetevi un po’ di tempo per rilassarvi in qualche parco. Fate un giro nei Giardini Wallenstein (p84) e nei Giardini del Palazzo sotto il Castello di Praga (p85), entrambi incantevoli. Il sesto giorno andate a Holešovice per una gita artistica al Centro di Arte Contemporanea DOX (p98) e a Palazzo Veletržní (p99). Concedetevi poi un pasto a base di birra e salsiccia (con vista sulla Città Vecchia) alla birreria all’aperto di Letná (p118). Trascorrete la serata tra i ritmi moderni del Palác Akropolis (p121) o avvolti dalle tonalità jazz all’Agharta Jazz Centrum (p120). Il settimo giorno riposatevi un po’ e prendete la funicolare per Petřín (p86). Coronate il tutto con un assaggio dei migliori vini moravi al tranquillo Bokovka (p119).
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subì molti danni architettonici durante la guerra; le persecuzioni naziste colpirono però in modo atroce le comunità ebraiche presenti nel paese. Nel 1942 il Protettore della Cecoslovacchia, Reinhard Heydrich, venne assassinato a Praga da un manipolo di paracadutisti cechi addestrato in Inghilterra. Come rappresaglia, i nazisti passarono per le armi centinaia di innocenti abitanti dei villaggi poco lontani dalla capitale (v. Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio p98 e Lidice p136), oltre a numerosi intellettuali di Praga, annientando quasi completamente il movimento di resistenza ceco. Con l’approssimarsi della fine della guerra, Praga si caricò via via di speranze e di desiderio di libertà, e l’8 maggio 1945 i tedeschi furono cacciati dalla città insorta un giorno prima dell’ingresso dei sovietici. In effetti buona parte di Praga fu liberata dai suoi stessi abitanti prima dell’arrivo dell’esercito sovietico. L’8 maggio è diventato quindi il giorno in cui si celebra la libertà
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